©Morena Marzoli / PAESE POST
Il 27 settembre del 2018, dal balcone di Palazzo Chigi, un indimenticabile Di Maio ha esultato e festeggiato per aver l’abolito, secondo lui, la poverta’.
Qualcosa è andato decisamente storto.
Secondo la stima di Coldiretti, circa tre milioni di persone in Italia si rivolgono alle mense dei poveri o usufruiscono dei pacchi alimentari. Negli ultimi 12 mesi sono state distribuite oltre 90.000 tonnellate di prodotti alimentari destinati a coloro che si trovano in stato di necessità. Gli agricoltori della Coldiretti, attraverso l’iniziativa: “Spesa sospesa” promossa in tutta Italia da “Campagna Amica”, hanno aiutato centinaia di famiglie con la collaborazione della Caritas e delle mense parrocchiali.
Chi sono quelli che oggi vengono definiti i nuovi poveri?
Tante persone che hanno perso il lavoro; commercianti e artigiani costretti a chiudere la loro attivita’; lavoratori, sfruttati e schiavizzati, costretti a lavorare in nero per pochi euro; i lavoratori sottopagati con contratti da fame e i pensionati minimi.
L’inflazione più alta degli ultimi decenni e le scelte politiche non scollegate dalla crisi economica sempre più incombente, sono la causa del numero crescente di persone in stato di povertà.
Un governo, nonostante sia impegnato a fomentare una guerra ed inviare armi ad un Paese estero, non si dovrebbe occupare, seriamente, anche dei poveri del proprio Paese?
Devono essere solo le associazioni, con le loro opere di volontariato, a risolvere ciò che dovrebbe essere di competenza della pubblica amministrazione?