© Morena Marzoli/ Paese Post
Flavio Briatore continua a dispensare le sue “lezioni di vita” e a far parlare di sé.
Secondo l’imprenditore italiano:
i figli dei muratori o dei falegnami non dovrebbero studiare affinché proseguano il lavoro dei loro padri.
Seguendo il Briatore pensiero, un ragazzo che nasce in una famiglia di falegnami o muratori non deve studiare e non può fare null’altro nella vita che il muratore o il falegname.
Ma chi è il “professor” Briatore che viene invitato nelle nostre trasmissioni televisive e dall’alto di quali competenze elargisce, imbarazzanti, lezioncine di vita alle nuove generazioni?
Una breve storia biografica:
Flavio Briatore frequenta l’Istituto Tecnico per Geometri a Cuneo per poi conseguire il diploma da privatista.
Dopo il diploma lavora come maestro di sci e gestore di ristoranti. Apre il suo primo ristorante a San Giacomo di Roburent che chiuderà per scarsi guadagni. Viene assunto prima dal gruppo RAS di Saluzzo come assicuratore, poi nel 1974 dalla banca CONAFI di Cuneo con mansioni dirigenziali. È nella piccola banca che Briatore stringe rapporti con Luciano Benetton con cui intraprende un progetto immobiliare in Sardegna.
Nel 1977 Flavio Briatore diviene amministratore delegato della Paramatti Vernici: un azienda, già di proprieta’ di Michele Sindona, rilevata dal finanziere Attilio Dutto il quale, nel 1979, perderà la vita in un attentato.
Dopo aver lavorato come discografico dal 1983 al 1987, Briatore apre alcuni negozi Benetton in franchising alle Isole Vergini dove passerà la sua latitanza; egli viene’ condannato sia in primo grado che in secondo grado in seguito ad un inchiesta giudiziaria per truffa legata al gioco d’azzardo clandestino. Latitante nelle Isole Vergini Flavio Briatore rientrerà in Italia nel 1990 quando la sua condanna sarà annullata in seguito ad un’amnistia.
In Italia l’imprenditore comincia la sua scalata alla dirigenza della Benetton ed in seguito
entra nel mondo della Formula Uno, diventerà famosa una sua frase: “La Formula Uno non è uno sport, è un business.”
Nel 2010 la Guardia di finanza sequestra lo yacht di cui Briatore è beneficiario: Force Blue.
Nel 2011 gli viene sequestrata la somma, in seguito restituita, di un milione e mezzo di euro per l’accusa di truffa allo Stato.
Al processo il Pubblico Ministero chiede per Briatore una condanna di quattro anni, l’imprenditore sarà condannato il 10 luglio del 2015 ad un anno e undici mesi di reclusione con la sospensione condizionale della pena. Il 18 settembre 2018 la Cassazione annulla la sentenza della Corte d’Appello e nel 2022 Flavio Briatore viene definitivamente assolto poiché il fatto non costituisce reato.
Oggi Flavio Briatore ha 73 anni ed è proprietario di varie aziende, durante la trasmissione Carta Bianca, in cui ha dispensato becere perle di saggezza, ha inoltre dichiarato che suo figlio non andrà all’università perché a lui non serve un avvocato.