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La diga di Kakhovka è stata messa in opera dall’allora Unione Sovietica nel 1956 e da quel tempo l’infrastruttura ha avuto lo scopo di svolgere importanti funzioni tra cui l’approvvigionamento idrico della Crimea.
Il crollo del bacino idrico, causato da una bomba, ha costretto migliaia di civili all’evacuazione.
L’ Organizzazione delle Nazioni Unite ha dichiarato che circa 16.000 persone sono rimaste senza casa e che ci saranno gli aiuti per la popolazione colpita dalla tragedia. L’UNICEF si è resa disponibile a fornire sia il supporto medico che il sostegno economico alle famiglie con bambini.
Le dichiarazioni da parte di entrambe le parti in guerra sono state discordanti e con accuse reciproche. Il presidente ucraino ha accusato la Russia di “ecocidio” per grave disastro ambientale, le autorità russe hanno ribadito l’estraneità della Russia al crollo della diga e hanno accusato le milizie ucraine di attentato terroristico e attacchi militari recenti. Secondo le fonti ucraine, Putin, dopo aver annesso con un referendum la Crimea alla Federazione Russa e ribadito più volte la sua appartenenza, avrebbe dato l’ordine di distruggere, proprio, quella diga di vitale importanza per la Crimea stessa.
Il senatore Johnson nel 1917 ha pronunciato una frase che è passata alla storia: “Quando scoppia la guerra, la prima vittima è la verità”.
È lecito, in ogni caso, porsi una domanda? Il crollo della diga nella Regione di Kerson cui prodest? A chi giova?