©Morena Marzoli // PAESE POST
Il professor Alessandro Orsini è un noto ricercatore, studioso e saggista italiano, ha fondato l’ Osservatorio sulla Sicurezza Internazionale della LUISS dove insegna Sociologia generale e Sociologia del terrorismo, i suoi saggi sono stati pubblicati dalle più importanti università statunitensi.
È diventata una infelice consuetudine nel nostro Paese sedare o attaccare con ogni forma di dissenso usando dei mezzi a volte alquanto discutibili come ad esempio le liste con le foto segnaletiche dei filo putiniani che hanno portato alla “gogna mediatica” delle persone, solo per aver usato il loro spirito critico e aver fatto dei ragionamenti che si distaccano da quello che viene chiamato: “pensiero unico”. Questo “modus operandi” contro ogni forma di dissenso non ha risparmiato neanche il professor Orsini, il quale è stato attaccato su più fronti per aver esposto il suo parere concreto e intellettualmente onesto sulla guerra in Ucraina, condannando l’invasione russa ma allo stesso tempo fornendo degli spunti di grande riflessione che però non sono piaciuti ai “narratori a senso unico”
Il parere dell’esperto prof. Alessandro Orsini sulla questione ucraina:
fonte: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid02uscBcjfReKw99N11Bika1DX54dxePWGTdCz5XHaVRR9yuFwdPhUhrjvAhH2G8eNgl&id=100002595969741
“La campagna elettorale sembra ignorarlo, ma è giusto ricordare che la strategia del governo Draghi in Ucraina è completamente fallita. La promessa di Draghi (e dei quotidiani che lo sostengono) era che gli ucraini, uccidendo moltissimi soldati russi anche grazie alle armi dell’Italia, avrebbero costretto Putin alla pace. È accaduto esattamente il contrario. I soldati russi sono morti eccome, ma l’Ucraina è devastata più che mai dall’esercito russo che spara a più non posso. Inutile a dirsi: nessun Paese europeo fa niente per la pace, tantomeno Biden. In teoria, noi elettori dovremmo essere informati sul modo in cui i partiti intendono affrontare la tragedia ucraina, ma non è dato saperlo. La campagna elettorale si riduce a questioni molto superficiali. Sembra esserci una sorta di accordo tra i partiti a non sfidarsi reciprocamente su certi temi delicati. La domanda è questa: se la strategia del governo Draghi di costruire la pace con la guerra è fallita, decidiamo di portarla avanti ugualmente? In caso di risposta affermativa, ecco l’altra domanda: perché l’Italia persevera in una strategia fallimentare?”
Due domande quelle del professor Orsini che non possono essere ignorate e che meriterebbero delle risposte esaurienti soprattutto da coloro che si stanno presentando davanti agli elettori italiani a chiedere consensi elettorali per governare il Paese.