Fermo, muore uno studente di 16 anni.
di Morena Marzoli.
Durante uno stage uno studente perde la vita a causa di un incidente con un furgone.
Gli studenti di Fermo annunciano una manifestazione regionale per il 18 febbraio a Fermo alle 9 in Piazza del Popolo, in una nota dichiarano che per l’azienda il furgone è una perdita da mettere in conto e per i media la morte di un ragazzo di 16 anni è considerata una fatalità.
La nota degli studenti (Ansa): “In meno di un mese, due morti per quello che definiscono un momento di crescita per noi studenti, dopo la morte di Lorenzo a Udine, la tragedia si ripete nel nostro territorio con Giuseppe. La scuola ha bisogno di un tempestivo cambio di rotta e di non parlare di sicurezza sul lavoro, un argomento che non dovrebbe neanche sfiorare il corpo studentesco. Luoghi di lavoro dove da anni veniamo mandati, oltre a non insegnarci niente di quello che viene sbandierato dalle istituzioni, rappresentano un futuro di cui non vogliamo fare parte. Il mondo del lavoro di oggi è: contatti precari, lavoro in nero è sfruttamento dilagante. Noi siamo studenti, prima che lavoratori e questo riguarda anche chi frequenta istituti professionali. Noi dobbiamo imparare a conoscerci, prima di pensare al lavoro, e se dovessimo essere costretti a lavorare pretendiamo di ricevere un adeguato compenso. Non tollereremo altre chiacchiere è inutile clamore: i PCTO vanno aboliti non riformati. Dobbiamo essere noi a scegliere per il nostro futuro, in maniera consapevole. Non possiamo permettere che siano altri a decidere, tantomeno dei parlamentari, troppo impegnati ad azzuffarsi e prendersi gioco delle nostre richieste. Vogliamo quello che ci spetta: ricevere una formazione tale da poter determinare il nostro presente e reinventare il nostro futuro!”
I funerali di Giuseppe saranno svolti domani 17 febbraio.
Le morti degli studenti durante l’alternanza scuola lavoro non possono essere considerate delle fatalità, le istituzioni dovrebbero adoperarsi affinché episodi del genere non accadano mai più perché non sono degni di un Paese civile.